martedì 7 febbraio 2012

l'articolo 3

Art. 3 – principi associativi

L’Associazione si propone di promuovere la libera esplorazione e la conoscenza delle più diverse idee ed esperienze civili, politiche, culturali, religiose, ambientali, scientifiche, sociali, artistiche o altro, secondo la linea ispiratrice della libertà di studio individuale e collettiva, nell’assoluto rispetto delle individualità proprie e altrui e della diversità delle persone e delle relative culture, tenendo conto della biodiversità umana e universale.
L’Associazione  vuole ispirarsi ai più alti principi morali ed estetici della storia mondiale e al pensiero elaborato nel corso della storia dell’umanità cercando di riscoprirli, attuarli e farli rivivere, nei limiti delle capacità personali degli associati, secondo una prospettiva laica e libertaria di uguaglianza nella diversità, venendo, incontro in modo particolare ai bisogni dei giovani e al bisogno comune della comprensione del presente tenendo conto del passato e delle ambizioni per il futuro.

    Questo è il nostro articolo fondamentale, immodificabile per statuto, a cui i restanti sono subordinati. Anzi la stessa associazione 20 luglio è questo articolo. Cercherò, io che ne sono lo scrittore, così come l’ispiratore e socio fondatore di questa associazione, oltre al suo attuale presidente provvisorio, ma è l’ultima cosa, di spiegare bene cosa dice e soprattutto a quali conseguenze porta sul piano operativo, dato che la teoria mai andrebbe disgiunta dalla prassi. Esso contiene tre parole chiave, l’una correlata all’altra e che si reggono l’un l’altra, al pari di tre angoli di un medesimo triangolo: libera esplorazione, rispetto per l’individualità, biodiversità.
    Come infatti l’astronave Enterprise era in missione pacifica (anche se di tanto in tanto incontrava pure qualche nemico) per esplorare il territorio inesplorato della galassia, e per meglio studiare e conoscere quello esplorato, così noi siamo in esplorazione pacifica delle più diverse esperienze succitate. Questa esplorazione poi è libera, cioè è lasciata libertà ad ogni membro di compierla come più gli aggrada. Questo è il vero senso di libertà infatti, rafforzato anche dal successivo cenno alla “prospettiva laica e libertaria”: libertà individuale. Le masse infatti, sia pure piccole, non sono mai entità a se stanti, semmai raggruppamenti legati da precise finalità. Pertanto applicare ad esse il concetto di libertà è fuorviante. Sarà un paradosso un’associazione che tuteli l’individualità dei membri? Assolutamente no, in quanto il suo fine è proprio questo, tutelare la creatività dei suoi iscritti e metterla in pratica, sempre che rientri ovviamente negli scopi e compiti dell’associazione (vedi art. 4). Noi siamo semplicemente al suo servizio.
    E qui già siamo in pieno al secondo termine-chiave: rispetto per l’individualità. Noi crediamo infatti che un’idea, di un’iniziativa sociale come di qualsiasi altra cosa, appartenga all’ideatore, la quale poi può tranquillamente metterla in discussione o condividerla, ma di certo poi ha l’ultima parola sulla realizzazione finale e sulla sua esecuzione. Di fronte alla sacrosanta creatività individuale non c’è sedicente democraticità interna che tenga. Lo scopo di quest’associazione è proprio quella di dargli sfogo, permettere che le idee non rimanghino sulla carta ma, sebbene nel nostro piccolo, trovino attuazione. E ognuno è responsabile per le proprie idee.
    Veniamo quindi al terzo punto, la biodiversità, che un po’ li racchiude tutti. La diversità, nella società umana come in quella biologica e naturale, è data dalla diversità di forme di vita, non certo dal loro appiattimento o uguaglianza. Esse quindi vivono, in un gioco di vita e di morte, nella catena dell’esistenza, in uno stato di armonia, ma lo riescono a fare solo preservando la loro naturale predisposizione. Abbiamo infatti molteplici esempi nella storia di sistemi omogeneizzanti che hanno dato luogo alle peggiori disarmonie, guerre e all’annullamento di ogni bellezza e cultura.
    Invece la nostra associazione ha per cardini la morale e l’estetica, la politica e la cultura, ed esse sono da coniugare nell’unico modo possibile, nel rispetto appunto della libertà, dell’individualità e della diversità. L’aver creato un’associazione diversa, imperniata su tali concetti piuttosto che sulla democraticità borghese, una delle cause di annichilamento della civiltà occidentale tanto quanto le dittature che abbiamo combattuto, andrà forse a lesione della coesione interna? Ebbene che ci vada. Noi non temiamo le contraddizioni e preferiamo una sincera contesa ad una falsa coesione. Questa la lasciamo ai partiti e movimenti senz’anima. Noi un’anima ce l’abbiamo.