venerdì 11 maggio 2012

La democrazia diretta come sintesi di individualismo e democrazia rappresentativa


                                                                                                                                                   "Io preferirei di no"

                                                                    Da Bartleby lo scrivano, di Herman Melville

               
                Non è pagano vedere la democrazia diretta come una sintesi hegeliana, negazione della negazione, del percorso che l’individualismo compie attraverso l’altro da sé della democrazia rappresentativa e delegante per giungere alla sua piena autoconsapevolezza.
                Molto si parla oggi infatti della società individualistica, ma più a torto che a ragione, perché anzi mai la società è stata più massificata, omologata e omologante. Lo è divenuta così in quanto società di massa, globale, vincolata da legami scaturiti da molteplici fattori, visibili tutti degnamente nei media, che non a caso si chiamano così: media, ciò che lega. Ma anche dalla sua stessa natura di mercato, in cui vige la legge del capitale, del numero, che non ha memoria di sé, ma è mero numero. E non solo sul fronte economico. La stessa democrazia rappresentativa nasce, cresce e si ramifica sulla legge del numero, numero dei voti essenzialmente.
                L’individuo dunque, ultimo bastione  dinanzi a questa marea, cerca come può di sopravvivere. Molto spesso rifugiandosi in un’alienazione autoindotta, in una riserva di divertissement, di pascaliana memoria, di autostordimento.
                Ma egli mantiene sempre una gran forza, la forza dell’io, estrema unità costituente la suddetta società. E quest’io può ribellarsi alla legge del numero, alla legge del più forte dunque. E con l’avvento del decennio zero, e ancora molto con quello dei nostri anni ’10, pare che in molte parti ciò stia avvenendo. Questa protesta dell’io si sta concretizzando in molteplici forme.
                Tuttavia l’io dinanzi alla società non può nulla, la sua stessa sopravvivenza materiale è legata dallo scendere a patti con le regole del mercato. Esso se vuole nutrire i propri bisogni fisici deve sottomettersi, non c’è altro da fare.
                Ma pur in questo stato di sottomissione la sua forza originaria non si spegne. Può arrivare ad umiliarsi sì, ma mai spegnersi, giacché è proprio quell’estrema scintilla, quel grido disperato dell’io a costituire la sua propria essenza.
                Ecco dunque che la lotta hegeliana tra individuo e società, che politicamente diventa lotta tra le opposte correnti di individualismo e democrazia rappresentativa, frutto più maturo del Novecento e dell’ultimo Dopoguerra, può dare origini ad una sintesi, ad un suo superamento. L’individuo da solo infatti non può vivere, ma non può nemmeno perdersi nella società massificata. Devo trovare una via d’uscita, che negli ultimi anni ha preso le forme di un miraggio politico, a cui pare si tenda ma che mai si potrà afferrare: quello della democrazia diretta.
                Di essa conosciamo solo alcune sue apparizioni, al momento ancora rozze e molto legate ancora alla democrazia rappresentativa: l’istituto dei referendum ad esempio, o quello delle primarie per la scelta dei candidati. Ma essi sono soltanto primi abbozzi, embrioni di una nascita che ha molto di più da raccontare in ricchezza di forme e di contenuto. Alcuni esperimenti in piccole città sono già in atto, di autogoverno dal basso, ma pur’esse lasciano il tempo che trovano, se non si arriva a capire, o meglio ad intuire, la grande potenzialità che la democrazia diretta può rappresentare.
                Costituendo il ritorno dell’individualismo arricchito dall’altro da sé nel suo specchio annullante che è la democrazia rappresentativa, la democrazia diretta contiene la forza dello Spirito che si è autoconosciuto, attraverso il suo viaggio nella Natura partendo come Idea, e perciò potrebbe rappresentare la più grande conquista politica della nostra epoca. Giacché lo Spirito è storia, e vive attraverso la storia.
                Essa non è semplice governo dal basso, ma l’individuo consapevolizzato dal suo passaggio nel mondo ne ha acquisito anche gli strumenti, si è reso autosufficiente sul piano politico. Egli si ritiene ora capace di esprimere le proprie potenzialità politiche senza delegare ad altri ciò che potrebbe fare lui. Ecco perché la democrazia diretta non è semplice surrogato di quella rappresentativa, non governo dal basso, ma capacità dell’individuo di agire secondo la completa sfera delle sue possibilità. Una sfera che si allarga vieppiù attraverso la propria autoconsapevolezza e l’esperienza del proprio agire. Egli si ritiene libero di creare nuove forme politiche ed economiche, di attuare i propri bisogni non affidandoli al mercato o ai propri rappresentanti politici, ma da sé, attraverso autoaggregazioni e nuovi metodi. La democrazia diretta pertanto è proprio la libertà, duramente acquisita attraverso la fatica della lotta, parallelo politico della filosofica fatica del concetto, dell’individuo di autogestirsi.
                Ci arriveremo? La rete già è buon passo. Rete ovvero unità di singoli quadratini, che in quanto quadratino preserva la sua propria essenza. Essa ha reso accessibile a tutti la cultura e la conoscenza. O lo sta tentando di fare. I nuovi movimenti politici e religiosi stanno cercando di liberare l’uomo dalle sue barriere indotte fin dalla nascita. Insomma c’è movimento.
                E la nostra Associazione nel suo piccolo è insita in questo movimento. Mettendo nei suoi principi fondamentali non una qualche ideologica missione, ma la tutela della diversità, il rispetto dell’individuo e la libera esplorazione artistica e culturale, essa già è democrazia diretta. Quest’anti-missione, una missione che le prevede tutte, perché suo unico fine è l’espressione, la ricerca individuale che condivisa diventa comune, parrebbe quasi un miracolo di logica oltreché di politica. Ma lo Spirito è capace anche di miracoli.

giovedì 3 maggio 2012

lettera aperta ai candidati sindaco

Ai candidati sindaco dell’Isola d’Ischia,

l’Associazione politico-culturale “20 luglio” vi invia i suoi auguri per le imminente elezioni. Assieme a questi essa vuole farvi presente la sua posizione politica. Abbiamo visto in questi ultimi anni un lento ed inesorabile declino della nostra isola sotto molteplici aspetti, siano economici e amministrativi ma soprattutto sociali e culturali. Tra le giovani generazioni in particolar modo il disinteresse per le forme più alte e profonde di vita regna sovrano. La pianta della malapolitica ha messo radici ovunque. Il clientelismo e l’affarismo la fanno spesso da padroni sui valori che dovrebbero imperniare il nobile agire politico dell’uomo. La cultura e le peculiari risorse storico-artistiche isolane, vanto in tutto il mondo, sono trascurate e neglette. Tuttavia pur dinanzi a queste condizioni essa vuole porsi in modo positivo verso il futuro, e il suo quotidiano lavoro ne è la dimostrazione. Perciò vi garantisce il suo appoggio e la sua collaborazione qualora ciò che essa ha a cuore vi vedesse portatori sani e attivi: la cultura, la valorizzazione delle risorse territoriali, la lotta allo spreco e al malaffare, gli interessi giovanili, la tutela dell’ambiente, lo sport, l’associazionismo senza fini di lucro, l’economia solidale. Inoltre essa vede come direttrice primaria del necessario cambiamento lo sviluppo di forme di collaborazione intercomunale che abbiano come sbocco finale il Comune Unico. Perciò vi invita tutti a farvene fautori a che con la sua creazione si abbia finalmente una sincera svolta alla vita politica isolana. Qualora vogliate impegnarvi su questi temi, l’Associazione sarà sempre un referente onesto e disponibile con cui collaborare, qualunque sia il sindaco eletto, ma se essa si accorgerà che si persegue ancora e di nuovo la via della malapolitica e del privilegio ci impegneremo a fare dura opposizione, affinché almeno si porti vera testimonianza del nostro impegno per un presente e un futuro diverso e migliore. Cordialmente,


Lacco Ameno,
4/5/2012      

Il presidente
dott. Lucio Iacono                                                                                                  
            
Il segretario
dott. Francesco Di Crescenzo